lunedì 29 settembre 2008

Il Re Sole e la sua corte a Versailles


Il 6 maggio 1682, a 44 anni, il Re s'installava definitivamente a Versailles, divenendo così la sua residenza ufficiale, nonostante i lavori fossero ancora in corso e l'alloggio dei cortigiani avesse grandi problemi, mai completamente risolti.
Un contemporaneo descriveva così la situazione:
« Il 6 maggio il Re lasciò Saint-Cloud per venire ad installarsi a Versailles, come desiderava da molto tempo, benché ci fossero ancora i muratori, con l'intenzione di restarvi fino a dopo il parto della Delfina (Maria Anna Cristina di Baviera, moglie del Gran Delfino Luigi di Francia, che partorì il 6 agosto il primogenito Luigi duca di Borgogna), che fu costretta a cambiare appartamento due giorni dopo il suo arrivo perché il rumore le impediva di dormire. »

Versailles rappresentò comunque l'apogeo della società di corte. Stabilendovi i cortigiani, Luigi XIV trasformava una nobiltà bellicosa e potenzialmente ribelle in un gruppo sociale che sosteneva lo Stato, nella persona del Re.
Nell'infanzia Luigi aveva conosciuto con la Fronda il rischio rappresentato dalla ribellione della nobiltà, e desiderava proteggere la persona del re e il suo governo. Si impegnò quindi a ridurre la potenza e l'orgoglio dei nobili, con vari mezzi:

-attirando alla propria corte i grandi signori, con l'offerta di (o inducendoli ad aspettarsi) onori, titoli, rendite.
-offrendo ai più importanti tra loro residenze al castello (i grands hôtels citati sopra).
-ispirando ai cortigiani rispetto, erigendo al contempo una barriera alla loro promiscuità sociale (facendone, cioè, un gruppo il cui privilegio -era allo stesso tempo separatezza dal resto del corpo sociale).
-riducendo la nobiltà da protagonista della propria corte a "pubblico" assiduo (e subalterno) della magnificenza della corte reale.

Il re stabilì regole d'etichetta rigorose e complesse, che traformavano tutti i suoi atti, anche i più quotidiani, in un cerimoniale quasi sacro.
L'inizio e la fine della giornata erano scanditi dal Grand e Petit Lever (il risveglio) e dal Grand e Petit Coucher (il sonno) del re e della regina, ai quali i cortigiani erano ammessi in modo selettivo: i privilegiati avevano l'onore di assistere il re, dietro la balaustra che separava il letto reale dal resto della stanza, presentandogli un capo di abbigliamento.
Tutte le circostanze della vita erano formalizzate e regolate, dalla nascita dei principi - che avveniva in pubblico, ad evitare ogni contestazione circa la loro legittimità - all'omaggio al re, che avveniva secondo costumi immutabili.
Ugualmente solenni erano i rapporti con il re delle persone ammesse alla sua presenza, che si trattasse di ricevere gli ambasciatori, della presentazione di gentiluomini o di dame titolate, o di accogliere auguri e felicitazioni.
Per interrompere questo protocollo, Luigi XIV istituì i « Jours d’Appartement »: tre volte a settimana, dalle 19 alle 22, i cortigiani erano ammessi nell'appartamento reale (il Grand Appartement); là erano preparati buffets, tavolini da gioco, musica e si poteva danzare. Il re passeggiava per i saloni informalmente, senza che i signori e le dame invitati dovessero scomodarsi per salutarlo. Essere ammessi a queste serate era evidentemente un grande onore, che i cortigiani si disputavano.
Nello stesso spirito, Luigi XIV volle riservarsi i Petits appartements, uno spazio dedicato alla vita più privata, il cui accesso era limitato alla famiglia o ai compagni di caccia, che il re tratteneva volentieri a pranzo.

Nessun commento:

Posta un commento